di e con Rosanna Spolsino | DANCEHAUSpiù
La parola “Saudade” deriva dal portoghese “soledade” e dal latino “solitas“, ed è un concetto complesso che racchiude sensazioni di malinconia, rimpianto e il desiderio di qualcosa di assente in quanto perduto o non ancora raggiunto. Si esprime come un ricordo nostalgico mescolato al desiderio di riviverlo, ed è un intreccio tra il passato e il futuro. La saudade, quindi, è una sintesi di desiderio e dolore, che ci invita a trasformare la sofferenza in ricordi amabili, mantenendo viva la speranza e il desiderio.
Nel contesto di un assolo, l’autrice intende esprimere la propria saudade, ispirandosi a vecchie cassette video della sua famiglia, che rappresentano il legame emotivo con essa. La famiglia è un nucleo che, nella maggior parte dei casi, rappresenta la nostra prima casa emotiva. Seppur fonte di stabilità, può diventare anche motivo di dolore a causa di separazioni, perdite o cambiamenti nel dinamismo familiare. La saudade in questo caso non è solo nostalgia di momenti felici, ma anche espressione di ferite non guarite e desiderio di colmare vuoti irrecuperabili. La saudade familiare diventa, quindi, anche riconciliazione, cercando di riparare ciò che è stato frantumato e accettando che alcune cose non torneranno come prima.
Infine, c’è un aspetto di crescita e di trasformazione che la saudade porta con sé. La separazione e la distanza emotiva, pur dolorose, sono opportunità di maturazione che spingono a rivalutare il proprio posto nel mondo e i legami con gli altri. La saudade familiare, quindi, non è solo rammarico per il passato, ma anche un’opportunità di rielaborazione che ci permette di imparare a vivere con l’assenza e di trovare nuovi modi per onorare legami che, seppur cambiati, restano parte di noi.
